Le banche - Venezia e dintorni

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La Serenissima e le banche

Accompagnati progressivamente alla liquidazione tutti i banchi di prestito gestiti dai privati (rivelatisi troppo facilmente soggetti al fallimento e perciò assai pregiudizievoli del decoro della Repubblica), nel 1524 lo Stato aprì sulla piazza di Rialto, inizialmente quale esperimento di carattere provvisorio, un banco di prestito con capitali interamente pubblici.
Attorno al 1619 la giurisdizione sul Banco Giro venne assorbito tra le competenze del Senato, il quale assegnò alla supervisione dell'istituto, in qualità di garante, un senatore con il titolo di Depositario, abilitato a svolgere l'attività bancaria in regime di monopolio.
Successivamente, il Banco Giro venne sub concesso in regime di gestione semi privata, restando però sempre soggetto al ferreo controllo esercitato assiduamente dal Depositario a garanzia della fede pubblica.

 

La scelta fatta dal Governo di mantenere attivo, nonostante i clamorosi insuccessi privati, lo strumento creditizio rappresentato dal Banco Giro si rivelò veramente opportuna, in quanto esso rappresentò in breve il mezzo con cui venivano notevolmente facilitate le operazioni di commercio, evitando ai mercanti di dover effettuare i pagamenti usando il denaro in contante.
Nel Banco Giro infatti chiunque poteva aprire un deposito di denaro dell'entità desiderata, che veniva registrata a suo credito ed a debito del banco, senza alcun aggravio di spesa e con la possibilità di ritirare in qualunque momento la somma depositata, tutta od in parte, a seconda del bisogno.
I pagamenti venivano effettuati in quella che si chiamava la moneta di banco, per cui 100 ducati di banco equivalevano a 120 ducati correnti, e con un semplice giro di partita era dunque possibile effettuare qualunque fosse il pagamento desiderato.
Oltre al fatto di essere garantito dallo Stato, ciò che però rendeva veramente sicuro ed affidabile il Banco Giro e l'attività economica che attorno allo stesso ruotava, era la disposizione legislativa secondo cui il denaro qui depositato non poteva essere né posto sotto sequestro né trattenuto per qualsivoglia motivo, da parte di nessuna autorità giudiziaria della Repubblica.


All'interno della struttura burocratica dello Stato, quest'ufficio aveva dignità di Magistratura Senatoria(eleggibile cioè entro il numero dei soli senatori) ed il titolo di semplicemente serrata.


Da: http://www.veneziamuseo.it/REPUBBLICA/mar_sen_ss_depban.htm?fbclid=IwAR1U9lrkGdnYNB6yKLyf0q0UYYfpyuib9mNy2QmrHs5i52GM0ji15Oo3nBY

 
 
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