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Romolo, Numa Pompilio, Tullo Ostilio, ecc..
I sette re di Roma abbiamo dovuto impararli a memoria.
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Eppure il popolo veneto giunse in Italia circa 5 secoli prima della nascita di Cristo ed in epoca pre-
La Serenissima per quasi 1500 anni (mille effettivi) ha rappresentato una delle più prestigiose potenze europee sottoscrivendo trattati internazionali ancora oggi applicati e suggerendo un modello di organizzazione statale e sociale al quale si sono grandemente ispirate le nuove grandi democrazie (di area anglosassone).
Eppure cosa conosciamo di questi millecinquecento anni ?
Chi furono i personaggi? Marco Polo e Giacomo Casanova sono gli unici ricordati; qualcuno più istruito potrebbe aggiungere anche Vivaldi.
Ma bastano questi tre personaggi per tenere in piedi uno stato per più di mille anni? e quei palazzi che oggi fanno la gioia del turista non sono stati mai abitati e sono solo facciate di cartapesta?
E i monumenti? A Venezia non esistono monumenti a personaggi storici: gli unici monumenti sono post unità d’Italia e ricordano Vittorio Emanuele, Mazzini, Garibaldi, per non parlare di Napoleone.
In altre parole, il popolo veneto è un popolo senza storia, senza un passato, senza cultura, senza identità, un popolo privo di storia, di dignità, di cultura cosa può dare all’Italia e cosa può rappresentare nel contesto socio-
Bisogna tornare a quel plebiscito organizzato per mascherare la annessione del Veneto da parte del Regno d’Italia in contrasto con i trattati internazionali. Bisogna rivedere con senso critico ed onestà la storia risorgimentale che, cosa comunque non nuova, fu scritta unicamente per “formare gli italiani”, travisando avvenimenti e situazioni.
Bisogna tornare soprattutto al periodo successivo alla annessione del Veneto, periodo nel quale tutta la cultura e la storia veneta venne volutamente annientata: fino a proibire le feste popolari e l’uso di strumenti musicali tradizionali, e al popolo vennero presentati nuovi idoli e nuovi simboli e nuove “tradizioni”.
Periodo nel quale venne attuata una politica nei riguardi della popolazione, che oggi verrebbe definita “pulizia etnica” costringendo oltre un milione e mezzo di veneti ad abbandonare l’Italia.
Ricordare ai Veneti le loro origini, far ritrovare ad essi l’orgoglio di essere un grande popolo, ripescare e ricordare la cultura veneta, risvegliare la consapevolezza della paternità di grandi conquiste sociali e culturali ora retaggio delle maggiori democrazie, è un modo per far si che oggi il popolo veneto senta la dignità della sua appartenenza all’Italia non come un popolo assoggettato e quindi estraneo, ma come una componente essenziale del processo unitario.
Giuseppe Sibilla